La "mia" vita fino alla maggiore età

DOLCEAMARO: L'EVENTO TRA GLI EVENTI

 

RACCONTO SCRITTO PER IL 5° CONCORSO LETTERARIO anno 2002 "Montecatini... passato, presente, futuro" nella sezione fino ai 20 anni (allora avevo 18anni) con trama: "Nella mia città ... ricordi della mia infanzia".

Vinsi il primo premio della sezione giovani con le seguenti motivazioni:

 

E' un racconto pieno di vita, di voglia di vivere. Annanmaria Graziano scandisce il ritmo del suo crescere con ricchezza di particolari e voglia di raccontare. L'ottimismo e la forza di volontà sorreggono Annamaria anche nei momenti piu dolorosi e difficili. Il "fattaccio", lei chiama, non senza ironia, la malattia che l'ha colpita. Le difficoltà ad essere accolta, lei segnata, dagli altri, il sentirsi esclusa dal mondo dei suoi coetani: sono momenti di scoramento, ma mai di disperazione. "Ero un peso per tutti loro. Cosa ho fatto di male? Perchè ce l'hanno con me?". La forza di Annamaria è la speranza, il desiderio di farcela. "Ho iniziato cosi ad amare appieno la vita, a riconoscere ogni attimo dei nostri tempi a vissuto pienamente con tutto il cuore e l'anima". Annamaria riscopre, lungo il suo non facile itinerario, i valori della vita: l'amicizia, l'amore immenso per la madre, che accanto a lei combatte la sua battaglia "lancilottiana" la definisce Annamaria. "Qualche volta ho sentito dire che i soldi fanno la felicità, ma io non sono molto d'accordo e mi nasce spontanea una domanda: Perchè anche persone richissime si suicidano visto che hanno avuto la fortuna di avere tutto... quindi la felicità??" Un racconto edificante che si fa apprezzare anche per maturità espressiva.

 

INIZIO DEL MIO RACCONTO:

 

… Un momento della nostra vita, un attimo, un secondo, un micro-secondo e…… tutto cambia!!!… La vita scorre… ed eccomi qui già giovane donna. Diciottenne dal cuore empio di grandi sentimenti con la mente fervida di idee e speme. Eccomi qui una sera. Questa sera. Una sera qualunque… dove il buio è complice di mille pensieri che leggiadri si agitano al minimo alito di vento come delle aggraziate e tenui falene.

Battito d’ali… spunti di passati, incancellabili memorie… Flashback…che ineluttabilmente e magnificamente infiammano l’animo di brame mai sopite.

Ieri ero bambina, oggi ragazza, domani già donna… tutto come in un vorticoso, travolgente avvicendarsi di flash. Immemorabili flash che come un filo senza fine si collegano e si intersecano permettendoci di seguire il sentiero che la nostra vita percorre riconoscendo nel ricordo, negli errori, nelle gioie e nei dolori tutto il bene ed il male che il filo della nostra vita c’insegna.

Indietro……indietro …1984… anno importante!! Eccomi ora piccola, mi sembra sentirmi di nuovo piccola, sempre più piccola…… ecco i ricordi riaffiorare ……Una luce!! Oddio, la luce!! la prima luce che mi abbaglia e mi fa richiudere gli occhietti. Ma che razza di cosa è?!?Che luce è che fa così male? Non capisco, piango, sono agitata … AIUTOOOOOO!!! Ecco un ombra mi si avvicina, sento il suo calore, un rassicurante calore……accompagnato da un dolce e pacato suono che sembra accarezzarmi le orecchie donandomi placida certezza. Era la mia mamma, era chi mi amava, chi mi aveva messo al mondo in quel paese della provincia partenopea. Nola, si, questo è il nome del paese in cui nacqui …un paese di grandi memorie cristiane, di grandi eretiche filosofie e di magnifiche fastosità della tradizione locale.

Quante cose passavano nella mia testolina dinnanzi all’agitarsi mimico convulso, strano e buffo delle tante persone nuove che venivano a conoscermi per strapparmi un accenno di sorriso od un confuso gorgoglio di cui compiacersi l’un con l’altro. E, fra sorrisi e pianti, consensi e contrarietà, successi ed inevitabili ruzzoloni … poi, come d’improvviso arrivai ad un ulteriore traguardo.… Erano passati ormai due anni… ma,” Ehi! come sono cresciuta!!” Già abbastanza alta per quella età, capelli biondi miele e viso paffutello illuminato da guizzanti occhietti scuri da furbetta… Già correvo e… come correvo!! però non sapevo dove realmente volevo andare. Sapevo però, e sentivo già che quella via inebriante alla quale ogni mattina mi affacciavo fiduciosa mi avrebbe aperto le porte della conoscenza, del sapere, del… CHI SONO, del… PERCHE’ SONO. Non sapevo rispondere ed ancor oggi probabilmente non lo so esattamente, ma intanto il mio fisico cresceva ed insieme ad esso anche i miei pensieri iniziavano ad essere più chiari..

6 ANNI!!… WOW, CHE TRAGUARDO!!!!… Ricordo quest’età come se fosse ieri!!…Fu allora che iniziai ad entrare effettivamente nella società cosiddetta civile, fu allora che iniziai i miei primi veri raffronti con altri bimbi miei coetanei con cui trascorrevo momenti di studio, gioco, riflessione e scambio. Intanto gli anni scorrono veloci dinnanzi agli occhi della mia memoria evocativa e mi vedo crescere sempre di più e…… tutto d’un tratto eccomi all’età di nove anni. Anno 1993!! Anno davvero degno di nota nel percorso della mia crescita e della mia educazione. Anno della mia “Prima Comunione” favolosamente abbinata alla ricorrenza del mio compleanno e “megalatticamente” festeggiato davvero “alla grande”.

Mi avvicinai quel giorno al Signore e fieramente accettai di essere un Suo soldato dedito interamente alla diffusione ed alla profusione dei Suoi insegnamenti di Amore; ed è con quest’animo che spesso comunicai con il mio angelo custode con a cui chiedevo di far si che la nostra famiglia fosse sempre felice. Quanta ansia!!… Tremiti vibranti di emozioni attraversavano tutto il mio corpo, sapevo che quel giorno 10 ottobre 1993 sarebbe entrato dentro di me Gesù e mi avrebbe aperto le vie del cuore per aiutarmi a capire cos’è il bene e il male, a sostenermi nelle scelte ed a capire il perché siamo qui su questa terra.

TIC-TAC TIC-TAC TIC-TAC il tempo scorre inesorabilmente e la mente l’insegue …1994…1995……1996…… e in un attimo… mi ritrovo da un paese solare, vociante e vibrante di mille sfumature come Nola ad un paese straniero, verdeggiante, freddo e risuonante di risciacqui fluviali e replicanti tamburellii come Pescia – paese in provincia di Pistoia nel nord est della lussureggiante Toscana. CAMBIO’ TUTTO NELLA MIA VITA!!!! Avevo 11 anni… e mi trovai d’improvviso catapultata qui, in una città piena di verde… colore della speranza… qui… per …

dimenticare il brutto e ricordare per sempre il bello del mio caloroso paese di origine. Ed è proprio qui che per la prima volta mi trovai dinnanzi ad una mia unica scelta. Compito già arduo per una “principiante della vita” e davvero per me ancor più ardua da portare a termine; dovetti scegliere la scuola da frequentare… e pensavo “Cosa? Dove? Perché devo andare li o di qua?”…mi veniva voglia di gridare “ Vooglioo tornaree a casaa!! Mamma aiuto voglio tornare la tua piccolina!!”

La vita é vita ed il tempo scorre e indietro si torna solo con i ricordi ed io ero cresciuta e dovevo decidere, perciò alfine decisi. Decisi per la scuola più verde di tutto il paese fiduciosa nella buona speranza che quel colore rappresenta. D’un lampo eccomi lì in una nuova classe, con nuove gente dappertutto, nuova casa, nuove strade, nuovi suoni, “NUOVO TUTTO” e perciò è da qui che inizia la mia nuova vita… molto diversa di com’era precedentemente…ma ugualmente bella (“il verde aveva funzionato!”) ed ancora meravigliosamente mi sentivo crescere e con me cresceva anche la mia personalità e le mie idee diventavano sempre più sicure. In quei momenti spesso mi dicevo: “Ehilà!!, Sto davvero diventando grande!!… Wow!! Che bello!!”. Il mondo sembrava davvero cominciare ad appartenermi e mi sentivo davvero pronta all’ascesa della mia vita……… ma…ecco… dopo poco… in un “click” …… un evento…… tragico evento, sconvolgente, sovversivo, scombussolante, spaventoso ed inopinato evento che in un baleno ti dissesta tutto il tuo fare, il tuo dire, il tuo vivere. Truce e maligno 11 marzo 1996…nasce come un giorno tranquillo, un giorno come tutti gli altri… insieme a mio fratello si andava sereni per le vie del paese, attraversando il ponte Europa rimbombante dell’acque del torrente Pescia che scorrevano veloci verso il mare, assaporavamo felici questa nuova aria di paese straniero che a braccia aperte ci stava accogliendo e consapevoli e fiduciosi in un bel futuro ci apprestavamo a raggiungere le nostre rispettive scuole. Presi la salita che mi avrebbe portato fino alla scuola media di Valchiusa con foga e spensieratezza, giocando… correndo…e scherzando con i nuovi compagni di cui già amavo tutto. Risa gioiose, gridolini festosi, sussurri di segreti svelati, piccoli bisticci subitamente sopiti……e…… “Oh! Nooo!! La campanella!!… Nooooo…!!” Bisogna entrare, rientrare nei ranghi… “tutti in classe!!……anche questa è la vita!!”. Ricordo … nella prima ora… c’era Geografia ed io pensai: “meno male che non interroga!”; passarono solo pochissimi attimi da quel mio beato pensiero che il mio corpo iniziò a provare un calore esplodergli dentro… qualcosa di anomalo che istantaneamente mi fece domandare fra me e me: “Cosa mi accade? Perché questo caldo? La giornata è fredda, perché sudo tanto?!!?”. Non riuscivo a darmi una risposta e ciò fece nascere e salire la paura dentro di me. La mia compagna di banco si accorse del mio malessere e volle accompagnarmi fuori per starmi vicina, sempre più impaurita io non capivo cosa mi stava succedendo… Mi sentivo debole, senza forze sempre più e non potevo fare a meno di continuare a chiedermi terrorizzata cosa stesse accadendo al mio organismo. L’agitazione e la preoccupazione divenne forte per tutti e perciò furono chiamati i miei che in brevissimo tempo e con volto ansioso corrono verso di me che intanto avevo le forze sempre più sminuite. Non riuscii a prendere la borsa… ad aprire la macchina.. e la paura mi attanagliava sempre più, barcollavo e le gambe sembravano diventarmi di burro. “Aiuto, ma cosa fai corpo mio!!!” pietosamente chiedevo a me stessa, ma non ricevevo risposte. L’ospedale, il Pronto Soccorso, gente bisognosa di cure che si lamentava e l’ansia terribile che ci assaliva aumentando nell’attesa del nostro turno.

All’improvviso …cosa accade? Il mio collo…!! Aiutooo!!!

Un dolore atroce me lo stava trafiggendo, sembrava quasi che mi avessero scagliato una colpo di martello; fu così che ancor più atterrita richiamai l’attenzione della mamma e mi accorsi di non riuscire ad indicarle il punto esatto del dolore. “Oddio!! Il mio braccio destro!!” Aiuto… aiuto il mio corpo non reagisce ai miei impulsi…!!”; lo dissi a mia madre…e lei.. .- povera mammina mia - non immaginava…non poteva credere! Alzò il mio braccio destro… e… lo vedemmo cadere giù flaccido come un sacco di patate svuotato. “No, no, non è possibile! Cosa sta succedendo!??”

Spaventati, la mamma ed il papà quasi buttarono giù la porta che ci divideva dai medici ed in un attimo ero dentro…e… mi sdraiai su una barella credo… boh! non so, non ricordo bene, intorno a me tutti uomini con camici verdi o bianchi. Non distinguevo bene…e…”Ehi, Ehi..Ehi!! Non sento più il braccio sinistro, si è bloccato… ed intanto… le gambe… anche loro mi stavano lasciando. “Perché?!?? Perché??”… pensavo, cercando di chiedere alla mamma cosa mi stesse succedendo.

Nessuno mi dava risposte raccomandandomi solo di stare tranquilla. Ma come si fa ad esserlo quando tutto il tuo corpo sfugge al tuo controllo ed anche il respiro ti diventa sempre più svigorito? Indebolito fino .. al punto di sentire di non poter respirare autonomamente? Ormai non riuscivo a capire davvero più niente, credo…suppongo mi abbiano addormentato …il vuoto, il nulla, il buio……Ops!… Siamo già al 12 marzo, ma, ma dove sono?? Cos’è sto’ tubo che ho in bocca? e quest’altri che mi vengono nelle narici? Perché ci sono tanti infermieri? Dov’è la mamma? Un’ infermiera pietosa mi ha spiegato che mi trovavo in un ospedale a Firenze. Ma dov’è la mamma? Mi ha lasciato sola? No, no, non è possibile!!…… Ecco, eccola, è là, è la mia mamma… “Mamma, mamma.. perché sono qui, che cosa ci faccio in questo letto fra tanti estranei?” In verità non so se le feci queste domande visto che non mi riusciva di emettere alcun suono dalla mia bocca; ma di certo vidi il suo viso triste ed abbattuto e… capii …compresi la gravità del fatto di non riuscire a muovermi, mi sarebbe piaciuto sapere se era una situazione momentanea … o se durava.. ma non lo chiesi e non volli chiederlo né alla mamma né al papà. Non volevo dar loro altre sofferenze. Iniziai allora a vivere giorno dopo giorno sempre o quasi con il sorriso sul volto. Non piansi, non mi disperai, non urlai il mio tormento e alla tristezza privilegiai solo la tanta voglia di vivere. Sono stata fortunata mi dicevo, fortunata perché ho avuto il destino dalla mia parte che nonostante tutto mi ha voluto ancora qui viva su questa Terra dove rimarrò finché Dio vorrà. Non mi reputo sfortunata perché quel momento, mi cambiò vita sì,… ma mi aiutò anche velocemente a maturare… a cambiare idee, atteggiamenti , a capire qual è il vero senso della vita umana. Rimasi per tre mesi in Rianimazione poi fui trasferita a Careggi in Neuropsichiatria infantile… “Che botta!!”… Momento davvero non facile al quale ho dovuto reagire prendendo dentro il mio cuore e da mia madre la forza di combattere e non soccombere ai continui shock esterni provenienti dalla costrizione a vedere situazioni terribili di altri bambini, di altre famiglie distrutte e disperate nella lotta alla sofferenza della vita dei propri disgraziati figli. Ho iniziato così ad amare la vita appieno … a riconoscere che ogni attimo dei nostri tempi va vissuto pienamente con tutto il cuore e l’anima.

Un balzo ancora nel tempo e… wow, eccomi a settembre. Il ritorno a scuola, nonostante avessi frequentato solo 2 mesi ero stata promossa in seconda, “che bello!!…” i compagni appena conosciuti nei due mesi precedenti “il fattaccio” mi sono sempre vicini e… il tempo passa, passa, passa…fra mille travagli ma passa. In un lampo mi ritrovo a 13 anni, l’esame di terza media… e finalmente un aiuto serio a ritrovare parte del mio corpo addormentato e ricerca della mia abilità nella mia disabilità. Cominciai così finalmente a praticare una riabilitazione motoria ponderata, professionale ed intensa; lavoravo 5 /6 ore al giorno per 5 giorni a settimana, ma per me non è mai stata una fatica in quanto mi faceva sentire sempre più forte… più energica…più attiva e nessuno pareva potesse più fermarmi. Ero felice, attiva, piena di interessi e tutto pareva riuscirmi alla grande…ma troppo spesso c’è un “ma” e alla fine ce l’hanno fatta. Mi hanno fermata e lo hanno fatto per diverse volte senza mai preoccuparsi veramente di cosa volessi io e di come desiderassi vivere e peggio ancora calpestando continuamente la mia dignità di essere umano perfettamente ragionante nonostante usassi due ruote al posto di due gambe. Vedo, allora, l’amore della mia mamma che madre e donna veramente forte ed in gamba inizia la sua battaglia “lancillottiana” come spesso la definisce lei stessa; la vedo lottare come una tigre per i suoi tigrotti al fine da garantirmi la mia piena dignità ed il massimo rispetto dei miei diritti umani. Intanto, io guardavo la forza e l’amore che mamma Laura metteva nelle cose, pensavo “da grande devo diventare come lei”… così non avrò mai paura di niente!!!!!

Altro traguardo con i miei 15 anni e la scelta importante per il settore di studi che mi avvierà alla vita lavorativa futura. Tante domande, mille idee, centinaia di dubbi e la paura di sbagliare ma anche e soprattutto la voglia di fare, decidere, sbagliare e vincere tutta da sola. Fatte le debite considerazioni sia pratiche che di aspirazioni infine decisi per L’ISTITUTO PROFESSIONALE ALBERGHIERO DI MONTECATINI. Purtroppo come spesso accade quando già si combatte con dei problemi ci si ritrova dinnanzi a mille latri peggiori del male stesso che ti è toccato; non fu facile inserirmi in quella scuola dove già dall’iscrizione risultai non essere ben accetta, io che ero fermamente convinta della decisione non mi feci intimidire però e continuai per la strada da me scelta senza fermarmi e cercando sempre di ottenere il massimo. Il primo anno è passato ed i miei risultati sono stati ottimi nonostante tutto. Il secondo anno non è stato di certo più coinvolgente dal punto di vista sociale infatti mi veniva sempre meglio delineato ed in seguito addirittura affermato e confermato il fatto che ero un … “peso” per tutti loro. “Cosa ho fatto di male? Perché c’è l’hanno con me?? Perché mi vedono diversa da quello che sono, perché alzano tante barriere?” “Perché tanta paura del mio stato?” “le gambe, un braccio, in meno o in più non cambiano un cuore ed un cervello!!”. Con dolore ma con tanta determinazione e gioia per la vita continuo comunque imperterrita il mio cammino esistenziale e al terzo anno (scelsi ricevimento), trovai compagni meno superficiali ed incomincia solo allora a sentirmi accettata, considerata e compresa nella mia uguaglianza sostanziale. Non mi arresi mai e la mia battaglia per dimostrare che ero uguale a loro anche senza l’uso delle gambe incominciò a portare i suoi primi frutti succosi e confortanti per il mio animo. Mi accorsi però che tutti i miei amici erano più grandi di me, ( anche di 35 anni in più) e cercai di spiegarmene il motivo nonostante sapessi di certo che l’età per me non rappresentava alcun problema. Cercavo di capire il perché di non riuscire ad uscire con persone della mia età ed ero preoccupata del fatto che potessi in qualche modo esserne io l’inconsapevole causa con un mio inconscio atteggiamento di distacco verso di loro che ritenevo superficiali e indifferenti. Quante volte ho meditato, quante volte ho tormentato mente e cuore per darmi una risposta obiettiva a tale quesito!!! … Poi… compresi che non era colpa mia e seppur tristemente realizzai che è naturale per i ragazzi della mia età avere un forte desiderio di divertirsi, cosi come in fondo lo desidero anch’io. Colsi il nocciolo fondamentale della questione che si materializza nella molteplicità delle strutture non adeguate per i disabili o per meglio dire non adatte a tutti; infatti mi resi conto che… seppure i compagni avrebbero avuto piacere di avermi con loro più spesso venivano frenati dalle continue difficoltà strutturale a cui sarebbero andati incontro ed a cui avrebbe dovuto rispondere con una professionalità che non si deve a tutti.

Peccato!!! Basterebbe poco, maggiore attenzione e… molto sarebbe risolto. L’amicizia è uno dei valori più importanti della vita ed oggi è quanto più rilevante far si che non venga meno in questa società sempre più priva di valori essenziali a favore di altri più futili e materialisti come: SOLDI E POTERE!!! Qualche volta ho sentito dire che i soldi fanno la felicità, ma io… non sono molto d’accordo e mi nasce spontanea una domanda: “Perché anche persone ricchissime si suicidano, visto che hanno avuto la fortuna di avere tutto.. e quindi di possedere la felicità?”. Beh! A me, questo fa pensare che… la vera felicità non sia data dal semplice possesso di cose e denaro, ma che debba necessariamente essere cercata e trovata dentro il nostro cuore, nelle vere amicizie, nei gesti sinceri, nei veri valori che danno senso alla nostra vita terrena.

Ora mi trovo in quarta superiore e studio per il settore Turistico, e nonostante quella che mi apparse come una brutta notizia all’inizio dell’anno, mi sembra di aver iniziato un anno favoloso. La notizia che mi apparve brutta fu il cambio totale dei miei compagni di classe, tranne 5 dei “vecchi” che come me studiano lo spagnolo. La mia delusione iniziale fu grande ed il mio cuore era di nuovo in tumulto nell’incertezza e nella paura di affrontare nuove persone e nuovi dolori, con l’andare dei giorni però mi accorsi di trovarmi in mezzo a molti ragazzi che hanno una bontà d’animo a dir poco grandiosa.

L’avevo detto che mi sembrava un anno buono, ne avevo avuto il sentore e alle cose belle che mi erano accadute ecco aggiungersi l’evento tanto atteso da tutti gli adolescenti. 8 ottobre 2002… 18 anni fa nacqui ed ora eccomi come di un lampo MAGGIORENNE!!…Bisognava per forza festeggiare ed i miei non si sottrassero da tale compito, anzi mi prepararono una festa stupenda. Parteciparono persone provenienti da molte parti d’Italia: Napoli, Rimini, Roma, Milano, Veneto ecc… Sentii il mio cuore colmarsi di gioia, traboccare di amore, di affetto e di mille emozioni che non riuscivo ad esprimere tutte. Non fini li, “botta finale”, mio zio… il mio dolce zio Salvatore, non fece finire in quel momento la mia festa, anzi volle prolungarla e portarla fino a Nola (mio paese d’origine). Che trepidazione rivedere la mia città natia e tutti quelli con cui avevo vissuto la mia infanzia! Non potevo far altro che ringraziare il Signore per avermi donato tanto.

Ora… sono grande, si, ma… sono certa che non lascerò mai che una parte di bambina rimanga dentro di me per darmi sempre la voglia e la fiducia nella vita seppur convivendo con la maggiore responsabilità che da questo momento dovrà accompagnare ogni mio gesto. I sogni a volte sono illusioni ma… non bisogna permettere a nessuno di farci smettere di sognare!!!! Il mio sogno più grande è portare l’amore in tutto il mondo… e chissà che un giorno diventi possibile. La speranza è l’ultima a morire ed io naturalmente darò tutto il mio contributo per realizzare questo SOGNO. UN SOGNO DI AMORE, DI COMPRENSIONE, DI ASCOLTO, DI TOLLERANZA E DI CIVILTA’.